Psoriasi e aspettative di vita
Psoriasi e aspettative di vita

Chi ha la psoriasi vive di meno? Tutto quello che devi sapere

La psoriasi può influenzare l’aspettativa di vita nei casi gravi, soprattutto se associata ad altre patologie croniche. Scopri perché, quali sono i rischi e come prevenirli.

INDICE:

 


 

La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle che colpisce milioni di persone in tutto il mondo. Sebbene sia spesso considerata un problema prevalentemente estetico, questa malattia ha implicazioni sistemiche importanti: non a caso, in alcuni pazienti, se non trattata adeguatamente può avere conseguenze importanti a carico di diversi organi e apparati, con un impatto sulla salute generale. Negli ultimi anni, infatti, la comunità scientifica ha evidenziato come la psoriasi possa influire sulla speranza di vita dei pazienti.

 

Psoriasi e riduzione dell’aspettativa di vita

Numerosi studi hanno dimostrato che la psoriasi, soprattutto nelle forme gravi, è associata a un aumento del rischio di mortalità rispetto alla popolazione generale. Secondo i dati pubblicati dal Journal of the American Academy of Dermatology, le persone con psoriasi severa possono vivere in media 3-5 anni in meno rispetto a chi non ne soffre. Questa riduzione dell’aspettativa di vita non è causata direttamente dalle lesioni cutanee, ma piuttosto dalle complicanze sistemiche e dalle comorbilità associate alla malattia, in particolare quelle di tipo cardiovascolare e metabolico.

 

In effetti, la psoriasi è oggi considerata una malattia infiammatoria sistemica immunomediata, e non solo una semplice dermatite. Di certo la severità della malattia è un fattore predittivo importante: più estese e infiammate sono le aree del corpo coinvolte, maggiore è il rischio di sviluppare complicanze gravi che possono incidere negativamente sulla longevità.

 

Non a caso, di fronte a una diagnosi di psoriasi moderata o, peggio, severa, sono molti i dubbi, le domande e le paure che i pazienti manifestano al loro dermatologo. Vediamo i più comuni, ma soprattutto rispondiamo con l’aiuto della Dr.ssa Elisa Faure, Dermatologa presso la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

 

 

Comorbilità e rischi associati

Le persone con psoriasi presentano un rischio maggiore di sviluppare una serie di patologie croniche, spesso silenziose ma potenzialmente pericolose. Ecco le principali:

 

  • Malattie cardiovascolari. Come anticipato, studi epidemiologici hanno riscontrato una correlazione significativa tra psoriasi e ipertensione, infarto del miocardio e ictus. L’infiammazione sistemica cronica che caratterizza la psoriasi sembra infatti favorire la formazione di placche aterosclerotiche nei vasi sanguigni, aumentando il rischio di eventi cardiovascolari anche in pazienti giovani;
  • Sindrome metabolica. Con questo termine si indica un insieme di condizioni tra cui obesità addominale, insulino-resistenza, dislipidemia e ipertensione, molto più frequente tra i pazienti psoriasici. Questo insieme di disturbi aumenta notevolmente il rischio di diabete di tipo 2 e di malattie cardiovascolari;
  • Artrite psoriasica. Circa il 30% dei pazienti con psoriasi sviluppa anche artrite psoriasica, una forma infiammatoria cronica a carico delle articolazioni che, se non trattata tempestivamente, può causare danni permanenti e disabilità;
  • Disturbi dell’umore. Depressione, ansia, isolamento sociale e addirittura pensieri suicidari sono più comuni tra chi soffre di psoriasi. Oltre al peso psicologico delle lesioni cutanee, visibili a tutti e spesso causa di imbarazzo, l’infiammazione sistemica può essa stessa influenzare negativamente l’attività dei neurotrasmettitori contribuendo a queste problematiche. Inoltre è noto che i disturbi depressivi possono a loro volta impattare sulla salute fisica, aumentando la mortalità per tutte le cause.

 

Prevenzione e modifiche degli stili di vita

Anche se la psoriasi non può essere “curata” definitivamente, è possibile ridurre il rischio di complicanze e migliorare così l’aspettativa di vita. È infatti importante considerare interventi mirati sugli stili di vita e un monitoraggio costante della malattia. Ecco alcuni consigli validati dalla letteratura scientifica:

 

  • Smettere di fumare. Il fumo è un importante fattore aggravante sia della psoriasi che delle sue comorbilità. Smettere di fumare riduce il rischio di infarto, ictus e altre complicanze e, inoltre, migliora l’efficacia dei trattamenti;
  • Limitare l’alcol. Un consumo eccessivo di alcolici può peggiorare l’infiammazione, interagire con i farmaci e aumentare il rischio di danni epatici;
  • Attività fisica regolare. L’esercizio fisico aiuta a controllare il peso, a ridurre l’infiammazione e a migliorare l’umore. Anche solo 30 minuti di camminata al giorno possono fare la differenza;
  • Alimentazione antinfiammatoria. Una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e povera di grassi saturi e zuccheri raffinati può contribuire a tenere sotto controllo l’infiammazione sistemica;
  • Gestione dello stress. Tecniche come meditazione, yoga, mindfulness e, se serve, la psicoterapia possono ridurre i livelli di stress, notoriamente associati all’aggravamento della psoriasi.

 

Monitoraggio e aderenza alle terapie

Infine, è sempre necessario ricordare che la psoriasi è una malattia cronica. Pertanto è importante tenerla sotto controllo attraverso visite dermatologiche regolari: solo seguendo le indicazioni mediche e restando aderenti alla terapia prescritta potremo controllare la patologia e le sue comorbilità, potenziali cause di una riduzione dell’aspettativa di vita.

 

È fondamentale rivolgersi a centri specializzati nella diagnosi e cura della psoriasi che possano prescrivere le terapie più innovative ed efficaci. Non solo: presso queste strutture i medici operano in ottica multidisciplinare. Grazie infatti alla collaborazione con cardiologi, endocrinologi, reumatologi e gastroenterologi possono proporre interventi a 360 gradi necessari a valutare e trattare adeguatamente le complicanze extracutanee che possono minare qualità e durata di vita.

 

FAQ psoriasi e aspettative di vita

 

Chi ha la psoriasi vive davvero di meno?

In alcuni casi gravi e non gestiti adeguatamente, la psoriasi può essere associata a un aumento del rischio di mortalità, soprattutto per la presenza di comorbidità come malattie cardiovascolari o diabete.

 

Perché la psoriasi può ridurre l’aspettativa di vita?

La psoriasi è una malattia infiammatoria sistemica: l’infiammazione cronica può coinvolgere altri organi, favorendo disturbi metabolici, cardiovascolari e autoimmuni che influenzano negativamente la salute generale.

 

Quali sono le forme di psoriasi più a rischio?

La psoriasi grave o estesa, come quella eritrodermica o artropatica, è più frequentemente associata a complicanze sistemiche e a un rischio maggiore per la salute a lungo termine.

 

Cosa può fare un paziente con psoriasi per ridurre i rischi?

È fondamentale seguire con costanza le terapie prescritte, evitare il fumo e l’alcol, mantenere un peso sano, gestire lo stress e sottoporsi a controlli regolari per monitorare eventuali comorbidità.

 

La psoriasi ben gestita ha lo stesso impatto sulla vita?

Nei pazienti che seguono un piano terapeutico efficace e tengono sotto controllo i fattori di rischio, la qualità e la durata della vita possono essere del tutto simili a quelle della popolazione generale.

Contenuto realizzato dalla Redazione di Derma Point con il contributo di:  

Dr.ssa Elisa Faure, 

Specialista in Dermatologia e Venereologia 

SC Dermatologia, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano

ATTENZIONE: le informazioni e i consigli che ti proponiamo sono generali, e come tali vanno considerati, non possono essere utilizzati a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.
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