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Le cheratosi attiniche, seppur raramente, possono autorisolversi, ma nella maggioranza dei casi necessitano di adeguata terapia al fine di prevenire la loro potenziale evoluzione in carcinoma squamocellulare. Il dermatologo dispone di diverse strategie terapeutiche, da selezionare in base alla gravità ed estensione della malattia e allo stato di salute del paziente. I trattamenti topici sono creme, unguenti e gel contenenti principi attivi quali fluorouracile, imiquimod, tirbanibulina e diclofenac. Alternativamente, per singole lesioni si può asportare fisicamente la lesione tramite congelamento (crioterapia) o raschiatura (curettage). In alcuni casi è possibile impiegare la terapia fotodinamica che consiste nell’applicazione di una sostanza chimica sensibile alla luce e alla successiva esposizione a speciali lampade che, reagendo con la sostanza, portano alla distruzione delle cellule precancerose.

Le cheratosi attiniche non possono essere tolte da sé: è solo il dermatologo che le può rimuovere. In alcuni casi queste lesioni possono trasformarsi in carcinoma squamocellulare, una forma di tumore della pelle: per questo vanno asportate a scopo preventivo, impiegando varie tecniche quali la crioterapia, che fa uso delle basse temperature, il curettage, per mezzo di uno strumento chirurgico, o altre tecniche quali la diatermocoagulazione e il laser CO2. In presenza di lesioni multiple si può usare la terapia fotodinamica, che impiega speciali fonti luminose, oppure alcuni farmaci topici in pomata. Mai affidarsi dunque al fai da te: il rischio è quello di non risolvere il problema e peggiorare il danno cutaneo.

Chi ha la cheratosi attinica deve limitare l’esposizione solare e adottare opportune precauzioni. Vanno impiegate protezioni solari filtranti dei raggi UVB e UVA con fattore di protezione SPF 50. L’applicazione dovrà essere ripetuta ogni due ore. Se si utilizza un trattamento topico per la cheratosi attinica, la crema solare deve essere applicata dopo il farmaco, sulla stessa zona trattata. Altra raccomandazione è indossare cappello e occhiali da sole.

Le cheratosi attiniche possono avere un aspetto clinico molto variabile. Le lesioni in fase iniziale si presentano come papule eritematose con fine desquamazione bianco giallastra. Le dimensioni possono variare da pochi millimetri a numerosi centimetri di diametro. Possono presentarsi singolarmente o confluire tra loro in un campo di cancerizzazione, essere lievemente palpabili o visibilmente ipercheratosiche. Tipicamente, si presentano su cute visibilmente fotodanneggiata caratterizzata da anomalie della pigmentazione, teleangectasie e rughe.

Le cheratosi attiniche sono tra le più frequenti lesioni cliniche cutanee riscontrate nell’età adulta. Sono considerate delle precancerosi cutanee, i cui principali fattori di rischio sono la fotoesposizione e le radiazioni ionizzanti. Clinicamente si presentano come maculo-papule eritematose con squame o croste. L’insorgenza delle lesioni è prevalente negli adulti oltre i quarant’anni di età nelle aree del corpo maggiormente esposte ai raggi UV come viso, cuoio capelluto, décolleté, dorso delle mani e avambracci. Sono a maggior rischio sviluppare cheratosi attiniche i pazienti con fototipo chiaro che si espongono cronicamente al sole, senza un’adeguata protezione. Sebbene si tratti di una precancerosi, quindi di una lesione benigna, una percentuale può evolvere in carcinoma spinocellulare (o carcinoma a cellule squamose). È pertanto consigliabile trattare le cheratosi attiniche con specifici prodotti topici, con la terapia fotodinamica o con tecniche chirurgiche.

La cheratosi attinica si manifesta con lesioni squamose e ruvide, ispessite, simili a carta vetrata o a piccole croste che possono sfaldarsi. La cheratosi seborroica, invece, presenta escrescenze ben definite e aderenti alla pelle, di consistenza liscia e leggermente lucida, apparentemente untuosa. Le cheratosi attiniche generalmente compaiono su aree della pelle esposte al sole, mentre le seborroiche possono presentarsi su qualsiasi zona del corpo. La cheratosi attinica è causata dal danno solare ed è precancerosa, nel senso che potenzialmente potrebbe evolvere in un tumore cutaneo. Perciò va trattata precocemente. La seborroica, invece, non è correlata al sole né precancerosa, e generalmente non necessita di trattamento se non per motivi estetici.

Il trattamento che il dermatologo può prescrivere per la cheratosi attinica del cuoio capelluto può variare a seconda del numero e della gravità delle lesioni e della condizione generale del paziente. La personalizzazione del trattamento è dunque molto importante. Tra le opzioni terapeutiche più comuni troviamo i farmaci topici, cioè prodotti a base di diversi principi attivi da applicare sulle lesioni ed eventualmente sulle zone di pelle circostante che presentano caratteristiche di possibile evoluzione precancerosa, il cosiddetto campo di cancerizzazione. Si tratta di farmaci solitamente ben tollerati che, quale effetto collaterale, possono provocare un po’ di eritema o bruciore. I trattamenti per le lesioni singole, su aree del corpo più ridotte, possono invece includere procedure fisiche come la crioterapia, che congela le lesioni con azoto liquido, la diatermocoagulazione, il laser e la terapia fotodinamica.