Nelle malattie della pelle la tentazione di gestire i sintomi in autonomia, grazie alle informazioni e ai consigli trovati sul web e sui social, può essere molto pericoloso. Scopri tutto ciò che non si deve fare quando la pelle chiede aiuto.

INDICE:

 


 

Hai il dubbio di avere una malattia della pelle? Non cercare (solo) online!

Internet e i social sono diventati la fonte informativa principale in ambito dermatologico. Semplicemente digitando una parola chiave relativa a un sintomo o una malattia della pelle, è possibile farsi un’idea del disturbo e di come fare a trattarlo. Tutto talmente facile che la tentazione di curarsi da soli è forte.

 

Prurito, rash cutaneo, eczema: a chi non è capitato di digitare online una di queste parole? Quando la pelle si ammala, è comprensibile cercare maggiori dettagli sul problema. Ma per farlo in modo realmente utile occorre:

  • avere un minimo di competenze linguistiche per fare una ricerca online efficace. Potrebbe accadere che ci si basi su un termine improprio per effettuare la ricerca. Se sulla pelle compaiono bolle, non possiamo digitare “pustole” o “eritema”, perché i risultati potrebbero essere fuorvianti;
  • saper riconoscere una fonte affidabile da una che non lo è. La selezione dei contenuti relativi all’oggetto della nostra ricerca la fa l’algoritmo web. Ma non è detto che i primi contenuti individuati siano i migliori o autorevoli per ciò che ci interessa sapere;
  • non farci prendere dal panico se scopriamo che la malattia cutanea che pensiamo di avere è grave;
  • tenere a mente che le linee guida relative ai trattamenti, i farmaci autorizzati e disponibili, la normativa su ticket e invalidità in caso di patologie croniche, cambiano da Paese a Paese. Se usiamo come fonte informativa un sito statunitense (magari in traduzione o ripreso da siti italiani), le informazioni potrebbero non servirci a nulla.

 

Perché è importante rivolgersi al dermatologo

Nessuno demonizza Google, il web e i social; al contrario, la loro utilità è innegabile. Ma si tratta di strumenti che non distinguono i casi specifici. Se la nostra pelle ci sta lanciando segnali di allarme o se il medico di base ci ha consigliato un controllo dermatologico perché ha ravvisato sintomi da indagare, non perdiamo tempo online. Affidiamoci a uno specialista della pelle. Il paradosso è che abbiamo paura del medico, ma non di ricevere diagnosi infauste (ed erronee) da Dr. Google! Dietro l’affannarsi a cercare in rete risposte in ambito medico si possono nascondere forme di ipocondria. Eppure nell’esperienza pratica spesso è proprio il riscontro medico che ci conforta.

 

Esiste, però, anche il pericolo opposto. Se le malattie della pelle ci spaventano, cerchiamo in rete risposte che ci rassicurino e le selezioniamo come veritiere. Questa tendenza inconscia può portare ad un grave ritardo diagnostico con una sottovalutazione seria dei sintomi. Si tratta esattamente di ciò che non dobbiamo fare.

 

Solo dopo un controllo dermatologico, con in mano delle risposte certe, possiamo aumentare il nostro bagaglio informativo in modo mirato ed efficace, usando la rete. E se ci è stata prescritta una cura, abbiamo tutto il diritto di cercare notizie del farmaco o del trattamento via web. Ma se abbiamo dei dubbi, se la terapia non ci convince, se abbiamo paura degli effetti collaterali, evitiamo di fare di testa nostra. Chiediamo al medico di spiegarci perché quella cura è la migliore per noi e cosa possiamo fare in caso di reazioni avverse.

 

Questo dialogo tra dermatologo e paziente è uno dei fattori alla base del successo terapeutico in caso di psoriasi, e più in generale di malattie croniche della pelle. Parola alla Dr.ssa Nicoletta Bernardini, MD PhD, Specialista in Dermatologia e Venereologia a Latina.

5 ragioni per sottoporsi ad un controllo della pelle

La nostra pelle potrebbe mostrare i segni di una malattia precancerosa come la cheratosi attinica o di un’infiammazione cronica come la psoriasi o la dermatite atopica. È dunque importante prenotare una visita dermatologica, senza perdere tempo, quando:

  1. sulla pelle si presentino segni che prima non c’erano e che non guariscono;
  2. si presentino sintomi quali: prurito, dolore, sanguinamenti, desquamazione, gonfiori che non guariscono, passano ma ritornano, peggiorano nel tempo;
  3. non ci si senta più bene nella propria pelle, si avverta che c’è qualcosa che non va, ad esempio una secchezza anomala, una moltiplicazione di macchie, discromie nuove;
  4. si rilevi uno spiccato aumento della sensibilità cutanea con irritazioni frequenti senza motivo apparente;
  5. ci si accorga che le precedenti cure non sono più efficaci. Anche quando vi sia una diagnosi di malattia cronica della pelle curata con successo con specifiche terapie, se non c’è stato un monitoraggio nel tempo sull’efficacia dei principi attivi prescritti potrebbe arrivare il momento di fare una nuova valutazione e apportare le modifiche del caso. Inoltre, la ricerca medica va sempre avanti e, rivolgendosi al dermatologo, si potrebbe scoprire che, per quella patologia, sono disponibili nuove terapie più efficaci e con minori effetti collaterali.

 

Malattie della pelle: no all’autocura anche quando si tratta di skincare

Se abbiamo una malattia dermatologica cronica, è probabile dover applicare farmaci topici sulle lesioni. Non solo: dovremo anche seguire delle pratiche di skincare, igiene e cura della pelle che non possono essere lasciate al caso ma indicate dal dermatologo in ogni passaggio: dai prodotti detergenti alle creme idratanti o anti prurito. Il rischio, usando rimedi magari consigliati da influencer o ricavati dal web, è di esacerbare i sintomi e l’infiammazione. Ecco dunque cosa fare:

  • seguire le indicazioni del dermatologo sulle regole della perfetta skincare da seguire;
  • seguire le terapie farmacologiche per tutto il tempo stabilito dalla prescrizione medica e non smettere anche se i sintomi sembrano scomparsi;
  • non sovrapporre alle cure farmacologiche rimedi naturali a meno di approvazione medica;
  • chiedere supporto e consiglio al dermatologo per sciogliere dubbi relativi al proprio piano terapeutico. La cosiddetta compliance, ovvero l’aderenza alle terapie da parte di un paziente che ogni medico si augura, passa anche attraverso un dialogo di fiducia.
Psoriasi test sulla qualità di vita
Dermatite atopica: i bisogni dei pazienti
Foto Dr.ssa Nicoletta Bernardini Dermatologa

Contenuto realizzato dalla Redazione di Derma-Point. Nel video, il contributo della Dr.ssa Nicoletta Bernardini, MD PhD, Specialista in Dermatologia e Venereologia, Latina.

Fonti:

  • WebMed When to See a Doctor for Skin Problems
  • Kamiński M, Tizek L, Zink A. ‘Dr. Google, What Is That on My Skin?’-Internet Searches Related to Skin Problems: Google Trends Data from 2004 to 2019. Int J Environ Res Public Health. 2021 Mar 4;18(5):2541. doi: 10.3390/ijerph18052541. PMID: 33806391; PMCID: PMC7967401.
  • Cleveland Clinic Got Skin Problems? How You Can Tell When a Specialist Is Best
  • British Skin Foundation The top Five Reasons To See a Dermatologist
  • Cowdell F, Ersser SJ, Gradwell C, Thomas PW. The Person-Centered Dermatology Self-Care Index: A Tool to Measure Education and Support Needs of Patients With Long-term Skin Conditions. Arch Dermatol. 2012;148(11):1251–1256. doi:10.1001/archdermatol.2012.1892
  • Dermatology Learning Network The Role of Self-Efficacy in Self-Management of Atopic Dermatitis

ATTENZIONE: le informazioni e i consigli che ti proponiamo sono generali, e come tali vanno considerati, non possono essere utilizzati a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.