Sai qual è la forma più comune di psoriasi? Si tratta della psoriasi a placche o volgare. Vorresti saperne di più?

INDICE:

 


 

La psoriasi è una malattia della pelle che si presenta in diverse forme, ognuna caratterizzata da una diversa tipologia di lesioni sulla pelle o da una diversa collocazione sul corpo, ma anche da una varietà di sintomi e manifestazioni. In assoluto la forma più comune è la psoriasi a placche, chiamata anche psoriasi volgare, che riguarda una percentuale variabile tra l’80 e il 90 per cento dei soggetti affetti da questa patologia.

 

Le placche psoriasiche: cosa sono?

La psoriasi a placche si può presentare con poche lesioni in alcune parti del corpo oppure con un interessamento che si estende su tutto il corpo. Tali lesioni possono restare della stessa dimensione a lungo oppure possono ingrandirsi fino a confluire tra loro. Si tratta in ogni caso di placche rosse e ispessite, in rilievo e coperte da desquamazioni bianche o argentate che si staccano. Le placche possono causare prurito e bruciore e talvolta addirittura dolore.

 

Dove si presenta la psoriasi a placche

Le aree più frequentemente colpite dalle placche psoriasiche sono quelle in cui la pelle è sottoposta alle sollecitazioni dei movimenti degli arti, e quindi soprattutto le ginocchia e i gomiti. Si possono presentare lesioni anche sul tronco e sulla schiena, in particolare nella parte bassa. Sono spesso colpiti anche il cuoio capelluto e l’area attorno alle orecchie, i palmi delle mani e le piante dei piedi. In questo caso sono spesso colpite anche le unghie, che si mostrano ispessite e danneggiate.

 

La diagnosi e le comorbilità

La psoriasi a placche si può presentare a qualsiasi età anche se è più frequente una diagnosi giovanile (tra i 15 e i 25 anni). Meno frequente la diagnosi tardiva, tra i 50 e i 60 anni: in questo secondo caso però la patologia tende a essere meno grave rispetto ai soggetti con diagnosi precoce. Come tutte le forme di psoriasi, anche quella a placche può manifestarsi in associazione ad altre patologie in qualche modo correlate: sicuramente l’artrite psoriasica, causata da un interessamento infiammatorio a carico delle articolazioni, così come alcune condizioni sistemiche come la sindrome metabolica e le patologie cardiovascolari.

 

Ma è possibile prevedere l’insorgenza della malattia? Conta solo la predisposizione genetica o entrano in gioco anche altri fattori? Parola al Dr. Marco Galluzzo, dermatologo presso la UOSD di Dermatologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Tor Vergata, Roma.

Le terapie, farmacologiche e non

Le terapie oggi disponibili consentono in moltissimi casi una regressione totale o quasi totale delle lesioni. La scelta della terapia da prescrivere spetta al dermatologo in funzione della tipologia ed estensione delle placche e dell’impatto che la malattia ha sulla vita quotidiana. Esistono infatti terapie topiche sotto forma di pomate, unguenti e creme e terapie sistemiche orali o iniettive in grado di modulare la risposta immunitaria anomala che è alla base di questa patologia. Non mancano poi terapie di altro genere, come la fototerapia che impiega radiazioni luminose per modificare l’evoluzione della malattia. Buoni risultati si ottengono anche con la balneoterapia, ovvero trattamenti che impiegano l’acqua termale o marina.

 

Buone abitudini quotidiane

Conta molto anche lo stile di vita: i dermatologi consigliano di evitare l’uso di prodotti detergenti aggressivi, di non grattarsi per prevenire possibili infezioni e di evitare traumi alla pelle che potrebbero scatenare la formazione di nuove lesioni secondo un meccanismo noto come fenomeno di Koebner. Importante infine mantenere la pelle idratata con prodotti appositi indicati dal dermatologo ed evitare gli indumenti sintetici, poco traspiranti.

Foto Dr. Marco Galluzzo dermatologo

Contenuto realizzato dalla Redazione di Derma-Point. Nel video, il contributo del Dr. Marco Galluzzo, UOSD Dermatologia Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Tor Vergata, Roma.

Fonti:

ATTENZIONE: le informazioni e i consigli che ti proponiamo sono generali, e come tali vanno considerati, non possono essere utilizzati a fini diagnostici o terapeutici. Il medico deve rimanere sempre la tua figura di riferimento.