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Per ottenere il riconoscimento dei benefici previsti dalla Legge 104 del 1992, una commissione medica deve determinare il grado di disabilità del paziente. Chi soffre di psoriasi pustolosa grave generalizzata, psoriasi eritrodermica e artrite psoriasica può richiedere l’esenzione dal pagamento del ticket per visite ed esami clinici selezionati, nonché eventuale riconoscimento dell’invalidità civile per ottenere benefici nell’ambito lavorativo. Negli altri casi, l’accesso ai benefici della Legge 104 dipende dalla gravità della condizione e dal suo impatto sulla vita quotidiana: ogni caso è unico e richiede una valutazione individuale da parte delle autorità competenti. Nella documentazione medica da sottoporre, è perciò consigliabile descrivere non solo la malattia, ma anche gli effetti invalidanti che essa comporta.

La psoriasi può colpire mani e piedi (psoriasi palmoplantare). In particolare, se interessa questi ultimi, viene trattata localmente con creme a base di corticosteroidi, derivati della vitamina D e antinfiammatori non steroidei. Possono essere usati, come per le altre forme di psoriasi, anche farmaci antinfiammatori e immunomodulanti per bocca e i farmaci biologici, in iniezioni, che modulano la riposta immunitaria. Fondamentale idratare la pelle che, specialmente ai piedi, tende a diventare secca: si possono usare pomate emollienti e a base di urea, ad esempio. Utili anche quelle contenenti acido acetilsalicilico, che ha funzione esfoliante. Importante l’igiene: laviamo i piedi con saponi delicati e acqua tiepida, asciughiamoli accuratamente per poi applicare una crema emolliente.

La psoriasi è una malattia autoimmune, in cui cioè il sistema immunitario attacca erroneamente le cellule della pelle, e non è assolutamente contagiosa, perciò non può essere trasmessa da persona a persona attraverso il contatto diretto. La causa esatta della psoriasi non è completamente compresa, ma si ritiene che sia dovuta a una combinazione di fattori genetici e ambientali (infezioni, stress, assunzione di farmaci ecc.). La predisposizione alla psoriasi può essere ereditaria: se un membro della famiglia ha la psoriasi, c’è un rischio maggiore di sviluppare la malattia.

Il prurito può avere un notevole impatto sulla qualità di vita. Per controllarlo occorre naturalmente curarci: un trattamento adeguato della psoriasi, come da prescrizione del dermatologo, aiuta a contenere le manifestazioni cutanee. Possono essere utili anche alcune buone abitudini. Ad esempio facciamo docce o bagni brevi e tiepidi: trascorrere troppo tempo in acqua può seccare la pelle, specie se è troppo calda. Quando siamo asciutti usiamo creme idratanti: alcune sono utili a controllare il prurito, come quelle a base di mentolo. Se il fastidio è intenso possiamo posizionare impacchi freschi sulla pelle: riducono la sensazione pruriginosa. In ogni caso non grattiamoci mai con le unghie: se proprio non resistiamo, strofiniamo la pelle delicatamente ma solo con i polpastrelli.

Lo stress può essere un fattore scatenante o aggravante della psoriasi in soggetti già comunque predisposti alla malattia. Può essere utile un approccio combinato che affronti sia i sintomi fisici della malattia sia le implicazioni psicologiche correlate ad essa. Come trattamento della psoriasi si possono utilizzare terapie topiche (es. corticosteroidi e retinoidi), sistemiche tradizionali (es. metotrexato e ciclosporina), biologiche (che mirano a specifici componenti del sistema immunitario) e fototerapia. Per la gestione dello stress si può ricorrere a terapie psicologiche (es. terapia cognitivo-comportamentale), tecniche di rilassamento (es. mindfulness) e si può intervenire sullo stile di vita. È dunque importante affrontare la psoriasi in modo personalizzato.

Al momento i risultati degli studi condotti sono contrastanti e impediscono a dermatologi e nutrizionisti di prescrivere uno specifico regime alimentare per controllare la psoriasi. Di certo sappiamo che la dieta mediterranea – basata sull’assunzione di buone quantità di fibre da cereali, frutta e verdura, scarsa in grassi animali e priva di alimenti industriali – ha un impatto sull’infiammazione sistemica alla base della patologia. Inoltre previene sovrappeso e obesità: l’accumulo di peso in eccesso, frequente negli psoriasici, è causa di un peggioramento della condizione cutanea ed è fattore di rischio per l’ipertensione, anch’essa molto presente in chi è affetto da psoriasi. Molti studi sottolineano inoltre l’utilità dell’integrazione di vitamina D, se carente.

La psoriasi alle mani o palmare può essere affrontata, come tutte le altre forme di psoriasi, con terapie topiche, cioè pomate, unguenti e lozioni da applicare sulle lesioni, e sistemiche, cioè farmaci da assumere per bocca o tramite iniezioni e infusioni. Tra i farmaci sistemici si annoverano anche i farmaci biologici, indicati per i casi gravi che non rispondono ad altri trattamenti o per i pazienti che hanno controindicazioni ad assumerli. In tutti i casi, è consigliato proteggere le mani con i guanti quando si svolgono attività che possono irritare la pelle, come le pulizie domestiche o il giardinaggio, ed evitare il più possibile l’esposizione a sostanze chimiche irritanti.

La durata della terapia biologica per la psoriasi può variare notevolmente in base a diversi fattori, tra cui la gravità della malattia, la risposta del paziente al trattamento e il farmaco specifico utilizzato. Ancora oggi non esiste una cura definitiva, perciò è possibile che i trattamenti vadano portate avanti per tutta la vita. Tuttavia, la risoluzione delle manifestazioni cutanee con i farmaci più attuali può anche essere del 100% e tale efficacia viene mantenuta a lungo nel tempo.

Con la psoriasi si può prendere il sole, chiedendo però consiglio al dermatologo sulla durata, frequenza e modalità di esposizione, specialmente nelle fasi acute della malattia. In generale, è bene farlo con cautela e moderazione e proteggersi con prodotti ad ampio spettro, con SPF 30 o superiore. Per molti pazienti con psoriasi l’esposizione al sole può migliorare l’aspetto della pelle perché può contribuire a ridurre l’infiammazione e rallentare la crescita accelerata delle cellule cutanee, dunque intervenire sulla formazione delle tipiche chiazze.