Domande frequenti

Filtra per medico
Seleziona medici
Filtra per medico
Filtra per patologia
Filtra per patologia

Non esiste una controindicazione assoluta ai tatuaggi per chi soffre di dermatite atopica, tuttavia è bene consultare un dermatologo per minimizzare i rischi. Sicuramente, è meglio evitare di tatuarsi quando la malattia è in fase di riacutizzazione, specialmente sulle zone di cute lesionate o infiammate. Va inoltre considerato che le persone con dermatite atopica hanno una maggiore predisposizione alle reazioni allergiche, inclusa la possibilità di reazioni agli inchiostri dei tatuaggi. Infine, la pelle affetta da dermatite atopica potrebbe essere maggiormente incline a infezioni. Per favorire una buona cicatrizzazione e guarigione della zona tatuata, è sempre essenziale una rigorosa routine post-tatuaggio.

La dermatite atopica e lo stress sono strettamente correlati, in un circolo vizioso che può peggiorare la condizione di chi ne soffre. Lo stress può scatenare o intensificare i sintomi, aumentando l’infiammazione e la sensazione di prurito, rendendo più difficile il controllo della malattia. Allo stesso tempo, l’irritazione e il disagio causati dalla dermatite atopica possono contribuire a una maggiore sensazione di stress e ansia. Pertanto, è cruciale seguire la terapia farmacologica impostata dal dermatologo, così da controllare meglio le manifestazioni cliniche e avere ripercussioni favorevoli sul sonno e sul sereno svolgimento delle attività quotidiane. Parallelamente, è importante gestire lo stress attraverso tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga o altre attività calmanti, mantenere una routine di sonno regolare e, se il caso, chiedere un supporto psicologico. Questo duplice approccio può contribuire a rompere il circolo vizioso dermatite atopica-stress, portando a un significativo miglioramento della malattia e della qualità della vita del paziente.

I principali segni e sintomi della dermatite atopica sono il prurito, che può essere particolarmente intenso durante la notte, con conseguenti escoriazioni da grattamento, e la pelle estremamente secca, ruvida e soggetta a desquamazione e arrossamento nelle zone colpite. In fase acuta, possono formarsi delle vescicole che, rompendosi, essudano e portano alla formazione di lesioni crostose. La localizzazione delle manifestazioni varia a seconda dell’età del paziente e può limitarsi ad alcune zone (volto, regione cervicale, pieghe antecubitali, pieghe poplitee) o estendersi a tutta la pelle. Il grattamento cronico può determinare nel tempo progressivo ispessimento e iperpigmentazione della cute (lichenificazione), con un aumentato rischio di infezioni secondarie. Le manifestazioni cliniche della dermatite atopica possono variare in intensità ed essere influenzate da diversi fattori, tra cui il clima, lo stress e l’esposizione ad allergeni o irritanti.

Dormire bene può diventare difficile per chi soffre di dermatite atopica. Innanzitutto, è fondamentale controllare la malattia seguendo scrupolosamente la terapia prescritta dal dermatologo, perché questo aiuta a ridurre il prurito e l’infiammazione, permettendo un riposo più sereno. Prima di coricarsi, è utile applicare una crema idratante specifica per mantenere la pelle idratata durante la notte. Quanto al pigiama, alla biancheria intima e alle lenzuola, meglio sceglierli in cotone morbido e traspirante. Per aiutare a prevenire la secchezza cutanea è consigliabile mantenere la camera da letto fresca e umida usando un umidificatore. Lavare la biancheria da letto con detergenti ipoallergenici riduce l’esposizione a potenziali irritanti. Cercare di ridurre lo stress attraverso tecniche di rilassamento può contribuire a migliorare la qualità del sonno, così come impostare routine regolari, mantenendo possibilmente gli stessi orari in cui ci si corica e ci si sveglia.

Non è nota una causa specifica della dermatite atopica: sappiamo però che è una patologia multifattoriale in cui giocano un ruolo importante fattori genetici, ambientali e immunologici. Chi è affetto da questa condizione ha una barriera cutanea difettosa e dunque più reattiva a stimoli esterni: per questo è sensibile a fattori scatenanti, quali i cambiamenti stagionali, gli sbalzi di temperatura e lo stress psicofisico. Sono a maggior rischio di dermatite atopica le persone che hanno una familiarità con allergie, congiuntiviti, riniti o asma. Proprio perché correlata ad alterazioni immunitarie, la dermatite atopica spesso si presenta in pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche della pelle come vitiligine, lupus eritematoso sistemico e alopecia areata.

La dermatite atopica non è una condizione allergica, tuttavia chi ne è affetto ha un maggior rischio di soffrire di allergie, asma, rinite ecc. Si parla di marcia atopica proprio per allargare l’orizzonte della dermatite atopica solo non a una malattia cutanea, ma anche alla presenza di allergie. Le due patologie hanno cause diverse: la dermatite atopica è una condizione cronica con predisposizione genetica, mentre le allergie sono reazioni immunitarie a specifiche sostanze esterne. La dermatite atopica provoca pelle secca, arrossata e pruriginosa, spesso con riacutizzazioni, e va trattata con farmaci specifici, topici o sistemici. A livello cutaneo, le allergie provocano invece orticaria o eruzioni cutanee immediate in seguito all’esposizione a uno o più allergeni, ma anche dermatiti allergiche da contatto, cioè forme di allergie ritardata che insorgono solo nelle aree di contatto con l’allergene. Se contro l’orticaria si interviene con antistaminici, per le dermatiti da contatto si utilizzano steroidi topici e sistemici. In tutti i casi, laddove possibile, si dovrebbe procedere all’allontanamento della causa della reazione allergica.

La dermatite atopica può avere un impatto negativo significativo sulla qualità della vita dei pazienti, causando disagio fisico e psicologico. Per ridurlo, in primo luogo è fondamentale una corretta gestione della patologia attraverso farmaci appropriati; consultare un dermatologo per aggiornare il corretto trattamento può fare la differenza. Dal punto di vista pratico, mantenere una routine di cura della pelle, con l’uso regolare di emollienti e creme idratanti, aiuta a mantenere la barriera cutanea sana e ridurre il prurito. Indossare abiti in tessuti naturali (ad eccezione della lana a diretto contatto della pelle), evitare agenti irritanti e curare l’ambiente domestico per ridurre l’esposizione a potenziali allergeni può contribuire ad alleviare i sintomi. Utile è anche il supporto psicologico e l’adozione di tecniche di rilassamento, come lo yoga e la meditazione, per aiutare a gestire lo stress emotivo associato alla condizione.

La dermatite atopica, detta anche eczema atopico, è una patologia cutanea cronica e non contagiosa che si manifesta con aree di pelle secca, estremamente pruriginosa e arrossata. Comune nei bambini, può persistere nell’adolescenza e nell’età adulta. Le lesioni possono comparire in qualsiasi area del corpo, in particolare nei neonati sul viso e sul cuoio capelluto mentre nei bambini più grandi nelle pieghe interne dei gomiti e delle ginocchia, sui polsi e sulle caviglie. Non sono note le cause, esiste però una predisposizione genetica e immunitaria che rende la pelle inadatta a mantenere un’adeguata idratazione cutanea e a difenderla da agenti irritanti, allergeni e batteri. Attualmente, la terapia prevede l’uso di farmaci specifici, topici o sistemici per via orale o iniezione sottocutanea, e l’uso di creme emollienti per controllare secchezza e prurito.

La cura della pelle è un’indispensabile alleata per chi soffre di dermatite atopica. Per la detersione, è importante scegliere prodotti delicati e ipoallergenici, senza profumazioni, schiumogeni e coloranti. Lo step successivo è l’idratazione. La crema ideale è anch’essa anallergica, senza coloranti e senza profumi, va applicata in abbondante quantità due volte al giorno – preferibilmente su pelle umida – e va lasciata assorbire completamente. L’emolliente aiuta a ridurre l’evaporazione dell’acqua che normalmente avviene durante la giornata e che nelle pelli atopiche è molto accentuata, contribuendo ad evitare la secchezza. Esistono diversi tipi di emollienti; i più innovativi sono a base di lipidi fisiologici, ad esempio acidi grassi di colesterolo, che hanno un’azione specifica di ripristino della barriera cutanea danneggiata.