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La dermatite atopica, detta anche eczema atopico, è una patologia cutanea cronica e non contagiosa che si manifesta con aree di pelle secca, estremamente pruriginosa e arrossata. Comune nei bambini, può persistere nell’adolescenza e nell’età adulta. Le lesioni possono comparire in qualsiasi area del corpo, in particolare nei neonati sul viso e sul cuoio capelluto mentre nei bambini più grandi nelle pieghe interne dei gomiti e delle ginocchia, sui polsi e sulle caviglie. Non sono note le cause, esiste però una predisposizione genetica e immunitaria che rende la pelle inadatta a mantenere un’adeguata idratazione cutanea e a difenderla da agenti irritanti, allergeni e batteri. Attualmente, la terapia prevede l’uso di farmaci specifici, topici o sistemici per via orale o iniezione sottocutanea, e l’uso di creme emollienti per controllare secchezza e prurito.

Dormire bene può diventare difficile per chi soffre di dermatite atopica. Innanzitutto, è fondamentale controllare la malattia seguendo scrupolosamente la terapia prescritta dal dermatologo, perché questo aiuta a ridurre il prurito e l’infiammazione, permettendo un riposo più sereno. Prima di coricarsi, è utile applicare una crema idratante specifica per mantenere la pelle idratata durante la notte. Quanto al pigiama, alla biancheria intima e alle lenzuola, meglio sceglierli in cotone morbido e traspirante. Per aiutare a prevenire la secchezza cutanea è consigliabile mantenere la camera da letto fresca e umida usando un umidificatore. Lavare la biancheria da letto con detergenti ipoallergenici riduce l’esposizione a potenziali irritanti. Cercare di ridurre lo stress attraverso tecniche di rilassamento può contribuire a migliorare la qualità del sonno, così come impostare routine regolari, mantenendo possibilmente gli stessi orari in cui ci si corica e ci si sveglia.

Le manifestazioni cliniche della dermatite atopica si possono osservare in qualsiasi area del corpo dando luogo a chiazze eritematose, e dunque arrossate, associate a cute xerotica e prurito intenso. Il quadro clinico varia a seconda dell’età del paziente: le lesioni acute predominano nell’età infantile mentre le lesioni croniche, caratterizzate da forte lichenificazione, ossia ispessimento della cute, appaiono in genere più tardi. Nei neonati si manifestano soprattutto sulle guance e sul cuoio capelluto dove si presentano anche piccole vescicole. Nei bambini più grandi possono spesso coinvolgere le pieghe interne di gomiti e ginocchia, i polsi, le gambe e soprattutto le caviglie. Negli adulti le lesioni compaiono anche alle mani e intorno agli occhi e a livello genitale. Naturalmente, in funzione della localizzazione, la dermatite atopica può influenzare negativamente l’autostima e il benessere psicosociale. Il prurito stesso è inoltre causa di ridotta qualità di vita.

Alcuni studi hanno dimostrato che un’alimentazione sana può aiutare a controllare la dermatite atopica e che alcuni cibi potrebbero invece essere sfavorevoli. Tra questi ci sono quelli ricchi di istamina o che spingono il corpo a produrla. Il motivo? Si è notato che molti pazienti con dermatite atopica mostrano una reazione IgE-mediata come accade nelle allergie. L’istamina, sostanza coinvolta proprio nelle reazioni allergiche, potrebbe quindi peggiorare la sintomatologia. Tra i cibi sconsigliati per questo motivo troviamo ad esempio i formaggi, alcune verdure come gli spinaci o i pomodori, il vino rosso, gli insaccati, i cibi in scatola, le carni rosse grasse, i frutti di mare e i crostacei, alcuni frutti come ananas, fragole e frutta secca, il cioccolato e le uova. Scopri cosa non mangiare con la dermatite atopica.

Negli ultimi anni la gestione terapeutica della dermatite atopica ha compiuto passi da gigante, grazie alle nuove conoscenze scientifiche che hanno portato allo sviluppo di nuovi farmaci molto efficaci e sicuri. Questi possono essere utilizzati nelle forme gravi di malattia, oppure nei pazienti in cui la terapia topica, quella sistemica tradizionale e/o la fototerapia siano risultate inefficaci o controindicate. Tutti i nuovi farmaci disponibili, sia orali che biologici i quali prevedono una somministrazione sottocute tramite iniezioni, possono essere tranquillamente somministrati a casa. In tutti i casi, è fondamentale non trascurare i sintomi o perdere la speranza di fronte a terapie che non offrono i risultati attesi, in quanto oggi abbiamo a disposizione numerose alternative terapeutiche efficaci anche nei casi più difficili. Rivolgersi al dermatologo e valutare tutte le possibilità terapeutiche disponibili, può fare la differenza nel controllo e nel miglioramento della qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari.

Non è nota una causa specifica della dermatite atopica: sappiamo però che è una patologia multifattoriale in cui giocano un ruolo importante fattori genetici, ambientali e immunologici. Chi è affetto da questa condizione ha una barriera cutanea difettosa e dunque più reattiva a stimoli esterni: per questo è sensibile a fattori scatenanti, quali i cambiamenti stagionali, gli sbalzi di temperatura e lo stress psicofisico. Sono a maggior rischio di dermatite atopica le persone che hanno una familiarità con allergie, congiuntiviti, riniti o asma. Proprio perché correlata ad alterazioni immunitarie, la dermatite atopica spesso si presenta in pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche della pelle come vitiligine, lupus eritematoso sistemico e alopecia areata.

Non esiste una controindicazione assoluta ai tatuaggi per chi soffre di dermatite atopica, tuttavia è bene consultare un dermatologo per minimizzare i rischi. Sicuramente, è meglio evitare di tatuarsi quando la malattia è in fase di riacutizzazione, specialmente sulle zone di cute lesionate o infiammate. Va inoltre considerato che le persone con dermatite atopica hanno una maggiore predisposizione alle reazioni allergiche, inclusa la possibilità di reazioni agli inchiostri dei tatuaggi. Infine, la pelle affetta da dermatite atopica potrebbe essere maggiormente incline a infezioni. Per favorire una buona cicatrizzazione e guarigione della zona tatuata, è sempre essenziale una rigorosa routine post-tatuaggio.

La dermatite atopica non è una condizione allergica, tuttavia chi ne è affetto ha un maggior rischio di soffrire di allergie, asma, rinite ecc. Si parla di marcia atopica proprio per allargare l’orizzonte della dermatite atopica solo non a una malattia cutanea, ma anche alla presenza di allergie. Le due patologie hanno cause diverse: la dermatite atopica è una condizione cronica con predisposizione genetica, mentre le allergie sono reazioni immunitarie a specifiche sostanze esterne. La dermatite atopica provoca pelle secca, arrossata e pruriginosa, spesso con riacutizzazioni, e va trattata con farmaci specifici, topici o sistemici. A livello cutaneo, le allergie provocano invece orticaria o eruzioni cutanee immediate in seguito all’esposizione a uno o più allergeni, ma anche dermatiti allergiche da contatto, cioè forme di allergie ritardata che insorgono solo nelle aree di contatto con l’allergene. Se contro l’orticaria si interviene con antistaminici, per le dermatiti da contatto si utilizzano steroidi topici e sistemici. In tutti i casi, laddove possibile, si dovrebbe procedere all’allontanamento della causa della reazione allergica.

In tutte le forme di dermatite atopica dell’adulto, ogni terapia farmacologica deve essere associata all’impiego corretto e costante di topici idratanti ed emollienti. In base alla gravità delle manifestazioni cutanee, la terapia della dermatite atopica nell’adulto prevede, nei casi di entità lieve-moderata, l’utilizzo topico di corticosteroidi e di inibitori della calcineurina, in associazione o meno alla terapia antistaminica per via orale, oppure la fototerapia. Per i carichi di malattia più elevati, solitamente diventa necessario il ricorso alla terapia sistemica: se i corticosteroidi per os vengono riservati a casi selezionati, il trattamento convenzionale più comunemente utilizzato è la ciclosporina orale o, in alternativa, metotrexato, azatioprina e micofenolato mofetile. Nei casi più severi, non responsivi alle suddette terapie, il panorama terapeutico si completa con i farmaci biologici in forma di iniezioni sottocutanee o compresse da assumere per bocca: sono diretti a bloccare specifiche molecole infiammatorie coinvolte nella patogenesi della malattia e permettono di ottenere un netto miglioramento dell’obiettività cutanea e del prurito.