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Si stima che il 60% delle persone con dermatite atopica la sviluppi nel primo anno di vita. Sebbene non esista una cura definitiva, la maggior parte dei casi può essere controllata in diversi modi già durante la prima infanzia: prima di tutto usiamo acqua tiepida e detergenti delicati senza profumo per il bagnetto, evitando strofinamenti intensi e applicando, una volta che il piccolo è asciutto, creme emollienti ipoallergeniche e sempre senza profumo. Secondo le indicazioni del dermatologo sono utili pomate, lozioni o unguenti a base di corticosteroidi. Importante anche evitare i fattori scatenanti, quali il ristagno di sudore sulla pelle, il grattamento e alcuni fattori ambientali come l’aria secca, il fumo di tabacco nell’aria o di allergeni quali i pollini.

La dermatite atopica attualmente non ha una cura definitiva. Tuttavia, con un adeguato trattamento, è possibile controllare in maniera molto efficace i sintomi e migliorare la qualità della vita di chi ne soffre. Anche per le forme gravi di malattia, che non rispondono alle terapie convenzionali con corticosteroidi e immunosoppressori, oggi esistono opzioni terapeutiche efficaci: tra queste abbiamo i farmaci biologici, una classe di trattamenti progettati per modulare o alterare il sistema immunitario. Questi farmaci mirano a specifiche molecole coinvolte nella risposta infiammatoria che caratterizza la dermatite atopica e il loro uso può ridurre significativamente il prurito, l’infiammazione e le lesioni cutanee. Essendo terapie avanzate, richiedono una gestione attenta e devono essere prescritte da specialisti. È pertanto consigliata una stretta collaborazione con il dermatologo per sviluppare un piano di trattamento personalizzato.

Al momento i risultati degli studi condotti sono contrastanti e impediscono a dermatologi e nutrizionisti di prescrivere uno specifico regime alimentare per controllare la psoriasi. Di certo sappiamo che la dieta mediterranea – basata sull’assunzione di buone quantità di fibre da cereali, frutta e verdura, scarsa in grassi animali e priva di alimenti industriali – ha un impatto sull’infiammazione sistemica alla base della patologia. Inoltre previene sovrappeso e obesità: l’accumulo di peso in eccesso, frequente negli psoriasici, è causa di un peggioramento della condizione cutanea ed è fattore di rischio per l’ipertensione, anch’essa molto presente in chi è affetto da psoriasi. Molti studi sottolineano inoltre l’utilità dell’integrazione di vitamina D, se carente.

Per ottenere il riconoscimento dei benefici previsti dalla Legge 104 del 1992, una commissione medica deve determinare il grado di disabilità del paziente. Chi soffre di psoriasi pustolosa grave generalizzata, psoriasi eritrodermica e artrite psoriasica può richiedere l’esenzione dal pagamento del ticket per visite ed esami clinici selezionati, nonché eventuale riconoscimento dell’invalidità civile per ottenere benefici nell’ambito lavorativo. Negli altri casi, l’accesso ai benefici della Legge 104 dipende dalla gravità della condizione e dal suo impatto sulla vita quotidiana: ogni caso è unico e richiede una valutazione individuale da parte delle autorità competenti. Nella documentazione medica da sottoporre, è perciò consigliabile descrivere non solo la malattia, ma anche gli effetti invalidanti che essa comporta.

La dermatite atopica è la malattia infiammatoria cronica della pelle più comune nei bambini. Si manifesta più frequentemente tra i tre e i sei mesi di vita e interessa circa il 20% dei bambini. Fortunatamente, nella maggior parte dei casi i sintomi migliorano con il tempo. Circa il 10-12% dei bambini continua a presentare la malattia anche durante l’adolescenza, con fasi di remissione e riacutizzazioni. Nell’adulto, l’esordio della dermatite atopica è meno comune (circa il 2-3% dei casi), ma può verificarsi una riattivazione dopo anni di remissione. Rispetto ai bambini, i pazienti adulti tendono a presentare più comorbidità, come alterazioni metaboliche e altre condizioni infiammatorie.

Le cheratosi attiniche non possono essere tolte da sé: è solo il dermatologo che le può rimuovere. In alcuni casi queste lesioni possono trasformarsi in carcinoma squamocellulare, una forma di tumore della pelle: per questo vanno asportate a scopo preventivo, impiegando varie tecniche quali la crioterapia, che fa uso delle basse temperature, il curettage, per mezzo di uno strumento chirurgico, o altre tecniche quali la diatermocoagulazione e il laser CO2. In presenza di lesioni multiple si può usare la terapia fotodinamica, che impiega speciali fonti luminose, oppure alcuni farmaci topici in pomata. Mai affidarsi dunque al fai da te: il rischio è quello di non risolvere il problema e peggiorare il danno cutaneo.

Non esiste una controindicazione assoluta ai tatuaggi per chi soffre di dermatite atopica, tuttavia è bene consultare un dermatologo per minimizzare i rischi. Sicuramente, è meglio evitare di tatuarsi quando la malattia è in fase di riacutizzazione, specialmente sulle zone di cute lesionate o infiammate. Va inoltre considerato che le persone con dermatite atopica hanno una maggiore predisposizione alle reazioni allergiche, inclusa la possibilità di reazioni agli inchiostri dei tatuaggi. Infine, la pelle affetta da dermatite atopica potrebbe essere maggiormente incline a infezioni. Per favorire una buona cicatrizzazione e guarigione della zona tatuata, è sempre essenziale una rigorosa routine post-tatuaggio.

La durata della terapia biologica per la psoriasi può variare notevolmente in base a diversi fattori, tra cui la gravità della malattia, la risposta del paziente al trattamento e il farmaco specifico utilizzato. Ancora oggi non esiste una cura definitiva, perciò è possibile che i trattamenti vadano portate avanti per tutta la vita. Tuttavia, la risoluzione delle manifestazioni cutanee con i farmaci più attuali può anche essere del 100% e tale efficacia viene mantenuta a lungo nel tempo.

Chi ha la cheratosi attinica deve limitare l’esposizione solare e adottare opportune precauzioni. Vanno impiegate protezioni solari filtranti dei raggi UVB e UVA con fattore di protezione SPF 50. L’applicazione dovrà essere ripetuta ogni due ore. Se si utilizza un trattamento topico per la cheratosi attinica, la crema solare deve essere applicata dopo il farmaco, sulla stessa zona trattata. Altra raccomandazione è indossare cappello e occhiali da sole.