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La dermatite atopica può evolvere in modi diversi nel corso della vita. Quando compare nei primi anni di vita, tende a risolversi spontaneamente nella maggior parte dei casi, senza lasciare traccia. Il processo è graduale: con la crescita, le recidive si fanno sempre più rare fino a scomparire. Tuttavia, in alcuni casi la malattia persiste anche in età adulta, con un andamento cronico-recidivante, caratterizzato da periodi di miglioramento alternati a fasi di peggioramento. Sebbene non esista una cura definitiva, la dermatite atopica può essere ben controllata con le terapie disponibili, che includono farmaci topici e sistemici, tra cui i nuovi trattamenti biologici.

La dermatite atopica e la psoriasi sono malattie infiammatorie croniche diverse tra loro. Alla base della dermatite atopica vi è un difetto genetico della barriera cutanea. Nel caso della psoriasi diversi fattori genetici e ambientali possono scatenare una reazione anomala del sistema immunitario diretta contro la pelle. La dermatite atopica può essere scatenata o peggiorata da allergeni, stress e cambiamenti climatici. Ad innescare o esacerbare la psoriasi possono concorrere infezioni, stress, traumatismi o alcuni farmaci. La dermatite atopica si manifesta principalmente con prurito intenso, pelle secca, arrossamento ed eruzioni cutanee. La psoriasi si caratterizza per placche spesse e arrossate, ricoperte da squame bianco-argentee.

La dermatite atopica e lo stress sono strettamente correlati, in un circolo vizioso che può peggiorare la condizione di chi ne soffre. Lo stress può scatenare o intensificare i sintomi, aumentando l’infiammazione e la sensazione di prurito, rendendo più difficile il controllo della malattia. Allo stesso tempo, l’irritazione e il disagio causati dalla dermatite atopica possono contribuire a una maggiore sensazione di stress e ansia. Pertanto, è cruciale seguire la terapia farmacologica impostata dal dermatologo, così da controllare meglio le manifestazioni cliniche e avere ripercussioni favorevoli sul sonno e sul sereno svolgimento delle attività quotidiane. Parallelamente, è importante gestire lo stress attraverso tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga o altre attività calmanti, mantenere una routine di sonno regolare e, se il caso, chiedere un supporto psicologico. Questo duplice approccio può contribuire a rompere il circolo vizioso dermatite atopica-stress, portando a un significativo miglioramento della malattia e della qualità della vita del paziente.

La dermatite atopica è la malattia infiammatoria cronica della pelle più comune nei bambini. Si manifesta più frequentemente tra i tre e i sei mesi di vita e interessa circa il 20% dei bambini. Fortunatamente, nella maggior parte dei casi i sintomi migliorano con il tempo. Circa il 10-12% dei bambini continua a presentare la malattia anche durante l’adolescenza, con fasi di remissione e riacutizzazioni. Nell’adulto, l’esordio della dermatite atopica è meno comune (circa il 2-3% dei casi), ma può verificarsi una riattivazione dopo anni di remissione. Rispetto ai bambini, i pazienti adulti tendono a presentare più comorbidità, come alterazioni metaboliche e altre condizioni infiammatorie.

La cheratosi attinica si manifesta con lesioni squamose e ruvide, ispessite, simili a carta vetrata o a piccole croste che possono sfaldarsi. La cheratosi seborroica, invece, presenta escrescenze ben definite e aderenti alla pelle, di consistenza liscia e leggermente lucida, apparentemente untuosa. Le cheratosi attiniche generalmente compaiono su aree della pelle esposte al sole, mentre le seborroiche possono presentarsi su qualsiasi zona del corpo. La cheratosi attinica è causata dal danno solare ed è precancerosa, nel senso che potenzialmente potrebbe evolvere in un tumore cutaneo. Perciò va trattata precocemente. La seborroica, invece, non è correlata al sole né precancerosa, e generalmente non necessita di trattamento se non per motivi estetici.

Alcuni studi hanno dimostrato che un’alimentazione sana può aiutare a controllare la dermatite atopica e che alcuni cibi potrebbero invece essere sfavorevoli. Tra questi ci sono quelli ricchi di istamina o che spingono il corpo a produrla. Il motivo? Si è notato che molti pazienti con dermatite atopica mostrano una reazione IgE-mediata come accade nelle allergie. L’istamina, sostanza coinvolta proprio nelle reazioni allergiche, potrebbe quindi peggiorare la sintomatologia. Tra i cibi sconsigliati per questo motivo troviamo ad esempio i formaggi, alcune verdure come gli spinaci o i pomodori, il vino rosso, gli insaccati, i cibi in scatola, le carni rosse grasse, i frutti di mare e i crostacei, alcuni frutti come ananas, fragole e frutta secca, il cioccolato e le uova. Scopri cosa non mangiare con la dermatite atopica.

I principali segni e sintomi della dermatite atopica sono il prurito, che può essere particolarmente intenso durante la notte, con conseguenti escoriazioni da grattamento, e la pelle estremamente secca, ruvida e soggetta a desquamazione e arrossamento nelle zone colpite. In fase acuta, possono formarsi delle vescicole che, rompendosi, essudano e portano alla formazione di lesioni crostose. La localizzazione delle manifestazioni varia a seconda dell’età del paziente e può limitarsi ad alcune zone (volto, regione cervicale, pieghe antecubitali, pieghe poplitee) o estendersi a tutta la pelle. Il grattamento cronico può determinare nel tempo progressivo ispessimento e iperpigmentazione della cute (lichenificazione), con un aumentato rischio di infezioni secondarie. Le manifestazioni cliniche della dermatite atopica possono variare in intensità ed essere influenzate da diversi fattori, tra cui il clima, lo stress e l’esposizione ad allergeni o irritanti.

Il prurito da dermatite atopica può essere controllato innanzitutto curando la malattia, cioè seguendo correttamente la terapia prescritta dal dermatologo. Inoltre, al paziente è sempre raccomandata l’idratazione quotidiana della pelle, con emollienti e detergenti che favoriscano il mantenimento dell’integrità della barriera cutanea. L’idratazione va vissuta come parte integrante della terapia. In caso di necessità, si possono applicare impacchi freddi sulla pelle. Altri consigli riguardano l’abbigliamento: è preferibile indossare indumenti in tessuti naturali come il cotone e lavarli con detersivi ipoallergenici per far sì che la cute venga aggredita il meno possibile da fattori esterni.

Le cheratosi attiniche non possono essere tolte da sé: è solo il dermatologo che le può rimuovere. In alcuni casi queste lesioni possono trasformarsi in carcinoma squamocellulare, una forma di tumore della pelle: per questo vanno asportate a scopo preventivo, impiegando varie tecniche quali la crioterapia, che fa uso delle basse temperature, il curettage, per mezzo di uno strumento chirurgico, o altre tecniche quali la diatermocoagulazione e il laser CO2. In presenza di lesioni multiple si può usare la terapia fotodinamica, che impiega speciali fonti luminose, oppure alcuni farmaci topici in pomata. Mai affidarsi dunque al fai da te: il rischio è quello di non risolvere il problema e peggiorare il danno cutaneo.