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Il primo e più utile approccio naturale nella gestione della cute atopica è senz’altro rappresentato da una corretta e quotidiana detersione e idratazione della pelle, con prodotti topici ad azione emolliente, ideali per ripristinare la barriera cutanea alterata. L’applicazione di creme idratanti specifiche, dopo la doccia o il bagno sulla pelle ancora umida, può aiutare a ridurre la secchezza e già di per sé a migliorare la sintomatologia ad essa associata. Inoltre, poiché lo stress può esacerbare la dermatite atopica, tecniche di rilassamento come lo yoga o la respirazione profonda possono dare beneficio. L’efficacia del trattamento naturale della dermatite atopica non è supportata da solide evidenze scientifiche, motivo per cui l’utilizzo di integratori alimentari o prodotti fitoterapici non può sostituire le terapie mediche e dovrebbe essere discusso con il dermatologo. Alcuni approcci integrati possono però essere di ausilio. Ci sono infine alcuni studi che suggeriscono che i probiotici potrebbero avere un ruolo nella gestione della malattia, perché contribuiscono a modulare la risposta immunitaria, migliorare la barriera intestinale e ridurre l’infiammazione, con potenziali effetti positivi sulla pelle.

La psoriasi è considerata grave o severa quando le sue placche eritematose e desquamanti si presentano su oltre il 10% della superficie corporea, oppure quando la patologia va a coinvolgere zone sensibili come il viso e i genitali, oppure le mani e i piedi (forme palmo-plantari), provocando problemi psicologici, limitazioni funzionali o difficoltà nelle attività quotidiane, e dunque complicando notevolmente la qualità di vita della persona. Anche la presenza di artrite psoriasica, che causa dolore articolare, può aumentare la gravità della patologia. Inoltre, una psoriasi resistente ai trattamenti convenzionali è indicativa di una forma più severa. Insomma, la valutazione si basa su molteplici criteri, non solo sull’estensione corporea. Proprio per questo, dovrebbe sempre essere effettuata da un dermatologo.

La dermatite atopica e la psoriasi sono malattie infiammatorie croniche diverse tra loro. Alla base della dermatite atopica vi è un difetto genetico della barriera cutanea. Nel caso della psoriasi diversi fattori genetici e ambientali possono scatenare una reazione anomala del sistema immunitario diretta contro la pelle. La dermatite atopica può essere scatenata o peggiorata da allergeni, stress e cambiamenti climatici. Ad innescare o esacerbare la psoriasi possono concorrere infezioni, stress, traumatismi o alcuni farmaci. La dermatite atopica si manifesta principalmente con prurito intenso, pelle secca, arrossamento ed eruzioni cutanee. La psoriasi si caratterizza per placche spesse e arrossate, ricoperte da squame bianco-argentee.

I principali segni e sintomi della dermatite atopica sono il prurito, che può essere particolarmente intenso durante la notte, con conseguenti escoriazioni da grattamento, e la pelle estremamente secca, ruvida e soggetta a desquamazione e arrossamento nelle zone colpite. In fase acuta, possono formarsi delle vescicole che, rompendosi, essudano e portano alla formazione di lesioni crostose. La localizzazione delle manifestazioni varia a seconda dell’età del paziente e può limitarsi ad alcune zone (volto, regione cervicale, pieghe antecubitali, pieghe poplitee) o estendersi a tutta la pelle. Il grattamento cronico può determinare nel tempo progressivo ispessimento e iperpigmentazione della cute (lichenificazione), con un aumentato rischio di infezioni secondarie. Le manifestazioni cliniche della dermatite atopica possono variare in intensità ed essere influenzate da diversi fattori, tra cui il clima, lo stress e l’esposizione ad allergeni o irritanti.

La dermatite atopica, detta anche eczema atopico, è una patologia cutanea cronica e non contagiosa che si manifesta con aree di pelle secca, estremamente pruriginosa e arrossata. Comune nei bambini, può persistere nell’adolescenza e nell’età adulta. Le lesioni possono comparire in qualsiasi area del corpo, in particolare nei neonati sul viso e sul cuoio capelluto mentre nei bambini più grandi nelle pieghe interne dei gomiti e delle ginocchia, sui polsi e sulle caviglie. Non sono note le cause, esiste però una predisposizione genetica e immunitaria che rende la pelle inadatta a mantenere un’adeguata idratazione cutanea e a difenderla da agenti irritanti, allergeni e batteri. Attualmente, la terapia prevede l’uso di farmaci specifici, topici o sistemici per via orale o iniezione sottocutanea, e l’uso di creme emollienti per controllare secchezza e prurito.

Le persone affette da psoriasi presentano un rischio aumentato di sviluppare diverse malattie o condizioni correlate o, per dirla in termini medici, comorbidità. Il loro sistema immunitario è infatti iperattivo e può causare infiammazione in tutto il corpo. Tale infiammazione, sommata a fattori genetici e ambientali, può dare segni visibili sulla pelle, oppure avere un impatto su altri organi e tessuti del corpo. Proprio per questo, si preferisce parlare di malattia psoriasica. La comorbidità più frequente è l’artrite psoriasica, che riguarda 1 persona su 3 con psoriasi, specialmente quando questa colpisce le unghie. Abbiamo poi le patologie cardiovascolari come l’infarto e cerebrovascolari come l’ictus. Infine, la psoriasi può associarsi a un maggior rischio di obesità, ipertensione, diabete, disturbi mentali, malattie infiammatorie intestinali e altro ancora.

La terapia della psoriasi viene prescritta dal dermatologo in funzione delle caratteristiche della patologia, della forma in cui si manifesta e delle altre condizioni di salute del paziente. Possono essere prescritte terapie topiche (unguenti, pomate, lozioni o shampoo) che contengono principi attivi antinfiammatori oppure sostanze emollienti e lenitive, terapie sistemiche da assumere per bocca o per via iniettiva ad azione antinfiammatoria e immunomodulante. Tra questi ci sono i farmaci biologici. Utile anche la fototerapia, che consiste nell’esposizione controllata della pelle alla luce UV per mezzo di apposite lampade oppure direttamente al sole (elioterapia). Possono essere utili anche terapie complementari a queste: acque, fanghi e sali termali contribuiscono a controllare la patologia e ridurre il prurito.

La cheratosi attinica si manifesta con lesioni squamose e ruvide, ispessite, simili a carta vetrata o a piccole croste che possono sfaldarsi. La cheratosi seborroica, invece, presenta escrescenze ben definite e aderenti alla pelle, di consistenza liscia e leggermente lucida, apparentemente untuosa. Le cheratosi attiniche generalmente compaiono su aree della pelle esposte al sole, mentre le seborroiche possono presentarsi su qualsiasi zona del corpo. La cheratosi attinica è causata dal danno solare ed è precancerosa, nel senso che potenzialmente potrebbe evolvere in un tumore cutaneo. Perciò va trattata precocemente. La seborroica, invece, non è correlata al sole né precancerosa, e generalmente non necessita di trattamento se non per motivi estetici.

Il prurito può avere un notevole impatto sulla qualità di vita. Per controllarlo occorre naturalmente curarci: un trattamento adeguato della psoriasi, come da prescrizione del dermatologo, aiuta a contenere le manifestazioni cutanee. Possono essere utili anche alcune buone abitudini. Ad esempio facciamo docce o bagni brevi e tiepidi: trascorrere troppo tempo in acqua può seccare la pelle, specie se è troppo calda. Quando siamo asciutti usiamo creme idratanti: alcune sono utili a controllare il prurito, come quelle a base di mentolo. Se il fastidio è intenso possiamo posizionare impacchi freschi sulla pelle: riducono la sensazione pruriginosa. In ogni caso non grattiamoci mai con le unghie: se proprio non resistiamo, strofiniamo la pelle delicatamente ma solo con i polpastrelli.